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La Sede

L’edificio che ospita l’Ambasciata d’Italia è uno dei più prestigiosi palazzi residenziali di Atene, costruito intorno al 1870 sulla strada allora più aristocratica del centro.
Nato come residenza privata di fronte al Palazzo Reale, fu commissionato dal ricco banchiere Stefanos Psychas al famoso architetto tedesco Ernst Ziller, che curò all’epoca gran parte della ricostruzione neoclassica di Atene.

Nell’agosto del 1902  fu acquistato dal principe greco Nikolaos (1872-1938), figlio di re Giorgio I, in occasione del suo matrimonio con la Granduchessa Elena Vladimirovna di Russia, nipote dello Zar e una delle donne più facoltose della Russia.  Ritenendo le dimensioni della residenza inadeguate ad ospitare il palazzo di un principe, prima di stabilirvisi (nel 1904), Elena commissionò al noto architetto greco Anastassis Metaxas l’ampliamento e la ristrutturazione della residenza. Il progetto di ampliamento prevedeva la realizzazione di un secondo palazzo ispirato al progetto di Ziller, leggermente sporgente nei fianchi e collegato all’edificio originale attraverso l’idea innovativa di un patio vetrato che illumina ancora oggi di luce naturale la parte centrale della struttura. Da allora, la villa ricevette il soprannome di “Petit Palais”.

A causa delle difficoltà economiche derivanti prima dalla rivoluzione in Russia e poi dall’abdicazione di Re Costantino I (nel 1922), il Principe Nicola, che con la sua famiglia viveva in esilio in Svizzera già dal 1917, decise di cedere in affitto il palazzo all’Hotel Grande Bretagne nel 1923 che lo utilizzò come dépendance.

Nel 1930, ancora di proprietà della famiglia reale, ospitò l’Ambasciata di Norvegia e dal 1933 l’Ambasciata d’Italia. Nel 1955 lo Stato italiano acquistò da Elena Vladimirovna, nel frattempo rimasta vedova (1938),  l’intera proprietà che oggi ospita la residenza dell’Ambasciatore e la Cancelleria Diplomatica.

Dal punto di vista architettonico, l’edificio appartiene alle opere del periodo maturo di Ziller: il portico neoclassico di ingresso è una caratteristica costante degli esempi più aulici dell’architetto tedesco, il quale in questa sede abbina colonne ioniche al piano terra e corinzie al piano nobile.